Come funziona
Costruito lungo una roggia (róda) o un canale secondario (fòs o fusadèl). il mulino era realizzato sfruttando un piccolo salto d'acqua (füga) naturale o artificiale. A monte del mulino era realizzata una chiavica (ciàega) con una paratoia (üs'céra) la cui apertura permetteva l'afflusso dell'acqua in un canaletto (canalèt) in mattoni nel quale era alloggiata la ruota (róda o rodù). Quando il mulino non era in funzione la paratoia rimaneva chiusa.
Il canaletto permetteva di regolare la portata a seconda della velocità che si voleva ottenere.
La ruota esterna permetteva di muovere, attraverso un albero (èrbor) una grande ruota dentata interna, il lubecchio che agiva direttamente sulla lanterna o rocchetto (le curune d'ingranacc) direttamente collegata ai palmenti.
Gli ingranaggi erano posti sotto il palco (castèl oppure pülpet), l'impianto di travi di legno che sosteneva le macine (mòla e mulasa).
Sopra le macine era posta la tramoggia (tramögia) un contenitore a tronco piramidale all'interno della quale il mugnaio (mülenér) vi versava il prodotto da macinare versato a mano da un sacco (sach); il mugnaio inclinava ad occhio la tramoggia regolando l'afflusso del grano che cadeva negli interstizi della macine. Spesso era dotata di un campanello (campanèl) che, quando il grano si abbassava, permetteva di avvisare il mugnaio.
Dalle macine fuoriusciva il macinato che veniva raccolto e portato nel buratto (la bürata).
Ultimo aggiornamento:
03/05/2018